Intervista esclusiva di Antonello Sette a Giovanni Pellacani, professore ordinario di Dermatologia all’Università “La Sapienza” di Roma e Direttore della Struttura Complessa di Dermatologia del Policlinico Umberto I
Professor Pellacani, aspettiamo tutti l’estate, pensando alla vacanza che ci aspetta e alla tintarella che colorerà la nostra pelle. Non pensiamo ai danni che dal sole potrebbero scaturire. Godiamocelo pure, ma la parola d’ordine è una sola: attenzione…
“Gli effetti nefasti che il sole può produrre sulla nostra pelle sono di due diverse tipologie. La prima è l’effetto acuto e immediato, che si misura subito dopo l’esposizione. La seconda è l’effetto cronico, qual è quello accumulato in tante successive esposizioni. L’effetto acuto corrisponde alla scottatura, ovvero un danno diretto e infiammatorio causato dal sole sulla pelle. Se una persona si scotta, già alla sera lamenta rossore e dolore. È un danno cellulare immediato che da un lato necessita di una rapida riparazione, ma dall’altro può, oltre al fastidio, favorire certi tipi di tumori, soprattutto il melanoma. Il rischio di melanoma aumenta in particolare quando le scottature sono prese in età adolescenziale. Se mi scotto da giovane, mi fa più male che se mi scotto da vecchio. Le precauzioni da osservare per un’esposizione in sicurezza devono, quindi, essere ancora più rigorose nell’adolescenza, specie considerando che il danno potenzialmente incombente è il melanoma. Quello da esposizione cronica è, invece, un danno da accumulo che si riversa sulle cellule, causando mutazioni nel DNA, e può portare alla formazione di altre tipologie di tumori, quali soprattutto i carcinomi. Il carcinoma squamocellulare è, in particolare, il tumore che più si manifesta a causa del danno da accumulo cronico. Sono due diversi potenziali pericoli, da tenere ugualmente ben presenti durante l’esposizione al sole e, più in generale, nella quotidianità della nostra vita”.
Professore torniamo più nello specifico al melanoma, lo spauracchio per antonomasia, quando si parla di pelle, sole e abbronzatura…
“Per quanto riguarda il melanoma, non ne esiste un solo tipo, ma vi sono tipologie diverse. Quello che deriva da un danno acuto intermittente e, quindi dalle scottature, lo riscontriamo più facilmente nei soggetti giovani, con tanti nei, a cui sollecitiamo controlli dermatologici e maggiore attenzione, per individuarli precocemente. Ci sono, però, altri tipi di melanoma, meno frequenti ma a cui occorre prestare comunque attenzione. Una tipologia, la lentigo maligna, che generalmente si diagnostica in età più avanzata, è legata a un’esposizione ripetuta e prolungata nel tempo. Interessa più spesso il volto ed ha una crescita superficiale e lenta, per cui poco pericoloso per la vita del paziente, ma se lasciato crescere la rimozione chirurgica porta a interventi complessi ed a volte deturpanti. Quindi attenzione ad una macchia pigmentata che cresce lentamente sul volto!
C’è poi un terzo tipo di melanoma, che cresce più velocemente, che appare come una piccola papula, a volte anche scarsamente pigmentata o addirittura rosa, color pelle, o rossiccia, che poi diventa un nodulo, che non assomiglia quindi a un “brutto neo” e pertanto può essere sottovalutata. Invece questo è un melanoma che presenta una maggiore aggressività biologica e, quindi, il più pericoloso in assoluto”.
Della prevenzione primaria, qual è quella legata all’esposizione in sicurezza al sole, molto sappiamo, anche se troppo spesso poco pratichiamo. C’è anche una prevenzione secondaria, esterna alla spiaggia e all’esposizione al sole, da tenere a mente e osservare con altrettanto scrupolo?
“La prevenzione secondaria consiste nell’individuare i melanomi nelle loro fasi precoci, con modelli e indicazioni diversi a seconda della tipologia. Il melanoma più comune, qual è quello da esposizione intermittente, si manifesta generalmente in giovani adulti e nei soggetti con tanti nei. È il melanoma che si manifesta classicamente con i segni, cosiddetti dell’A, B, C e D: asimmetria, bordi irregolari, più colori e dimensioni maggiori di 5 millimetri. Sono queste le indicazioni valide per questo tipo di melanoma, ma ce ne sono altri, più subdoli e, a prima vista, meno riconoscibili. Se, quindi vedete comparire sulla vostra pelle qualsiasi cosa strana, anomala, indolente e che persiste sulla pelle tendendo a crescere di dimensioni o modificare di aspetto, è meglio non perdere troppo tempo e farla vedere da un dermatologo rapidamente. Gli australiani raccomodano di tenere a mente la regola della E, F, G, dove E sta per Elevated, ovvero sollevato dalla pelle, F sta per Firm, che significa duro, G sta per Growing, ovvero che sta crescendo. Laddove si manifesti sulla pelle qualcosa di simile, è assolutamente raccomandabile andare subito da uno specialista per una tempestiva e appropriata diagnosi di quella che potrebbe rivelarsi una varietà di melanoma anomala, se non altro perché non presenta i segni classici che normalmente lo individuano, e che tuttavia per la sua alta aggressività va asportata chirurgicamente, prima che degeneri e si diffonda ad altri organi”.