Intervista esclusiva di Antonello Sette al professor Daniele Marchioni, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Modena

Il grande evento si avvicina. È in corso una mobilitazione straordinaria che trasformerà per tre giorni Modena nella capitale mondiale della chirurgia endoscopica dell’orecchio e della base cranica laterale. Dall’8 al 10 maggio la città emiliana ospiterà un convegno di rilievo internazionale, promosso dall’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Modena, che vedrà la partecipazione dei massimi esperti di chirurgia dell’orecchio e della base cranica di tutto il mondo. Il professor Daniele Marchione, che del grande evento di maggio, è l’appassionato artefice massimo, ci anticipa le peculiarità e la prevista ondata di risonanza del convegno che si aprirà fra poco più di due mesi…

“Posso già dirle che arriveranno a Modena chirurghi e specialisti dall’Asia, dalle Americhe e dall’Europa. Attendiamo i rappresentanti più illustri di alcune delle scuole più importanti del pianeta, come sono quelle delle Università di Boston, di New York e di Dallas. Ci sarà un confronto a trecentosessanta gradi sul nuovo fondamentale campo di sviluppo della chirurgia dell’orecchio e della base cranica laterale e sulla applicazione delle tecnologie endoscopiche, microscopiche ed esoscopiche. Modena si è sempre caratterizzata per essere un centro di riferimento sulla chirurgia dell’orecchio e della base cranica, nascono difatti dal nostro centro diverse innovazioni sulla applicazione della endoscopia in questi campi.

Da qui abbiamo eseguito i primi approcci endoscopici esclusivi al neurinoma del nervo acustico, cioè di quei tumori che si trovano nel condotto uditivo interno e possono svilupparsi nell’angolo ponto-cerebellare ledendo l’udito del paziente e sino a dare importanti compromissioni anche vitali.

 La base cranica laterale comprende quel complesso di strutture anatomiche, dislocate in una regione di confine fra l’orecchio, il naso, le meningi, il cervello e il tronco encefalico. È una zona molto importante, dove la chirurgia è estremamente complessa ed esercita una funzione fondamentale.

Quale sarà il ruolo specifico della struttura, di cui lei è responsabile, nell’ambito del convegno che ospitate?

“Avremo il piacere e l’onore di mostrare a tutti i convenuti, mediante chirurgia dal vivo,  la nostra tecnica chirurgica endoscopica sulla base cranica laterale e sull’orecchio medio. La porteremo all’attenzione del mondo e questa è di per sé un importantissimo riconoscimento del nostro lavoro e una grande soddisfazione per tutti noi”.

Siete considerati un’eccellenza assoluta nell’ambito di questo nuovo campo strategico della chirurgia endoscopica?

“Noi abbiamo avuto la fortuna di essere stati i primi a sviluppare qui a Modena queste nuove tecniche endoscopiche e, sin da allora, noi svolgiamo anche un’attività docente in diverse strutture internazionali in America e in altre parti del mondo”.

Quali sono gli scopi di questa nuova branca della chirurgia endoscopica? Quali risultati si possono concretamente ottenere?

“La chirurgia endoscopica che è di per sé, come si sa, mininvasiva nel nostro caso coinvolge, innanzitutto, i distretti dell’orecchio medio e interno , nei quali si sviluppano patologie progressive, quali il colesteatoma, l’otosclerosi, le malattie croniche dell’orecchio medio oppure il neurinoma del nervo acustico per quanto riguarda l’orecchio interno, queste malattie possono  causare  una sordità importante, fino a determinare una paresi del nervo facciale, vertigini ad interessamento meningeo.

Il trattamento è chirurgico, molte di queste patologie possono essere trattate con le nuove tecniche esclusive o combinate endoscopiche. È una modalità di intervento simile a quella della laparoscopia, che si applica all’orecchio medio e a quello interno”

Con la chirurgia endoscopica, che avete sperimentato per primi al mondo, si può ripristinare l’udito?

“Sono molti i casi in cui si può restituire l’udito , soprattutto se parliamo di quelle patologie croniche dell’orecchio che possono limitarsi alla cassa del timpano come il colesteatoma, l’otosclerosi e le otiti croniche , utilizzando questa nuova frontiera della chirurgia endoscopica, sicuramente meno invasiva di quella tradizionale, che prevede un’incisione esterna e la rimozione di un consistente quantitativo di osso solo per venire a contatto con la patologia. Con il nostro sistema, invece, utilizziamo esclusivamente il condotto uditivo esterno come corridoio naturale per raggiungere e rimuovere la patologia e ricreare ex novo l’orecchio medio”.

I pazienti che voi operate appartengono a tutte le fasce di età?

“Assolutamente sì. Bambini, adulti e anziani. Tutti possono scegliere di ricorrere alla chirurgia endoscopia e beneficiare di un risultato certo, oltre naturalmente della sua mininvasività”.

Quando è stata l’ultima volta in cui ha restituito l’udito a un bambino?

“È accaduto poco giorni fa. Il paziente era affetto da un colesteatoma congenito, ovvero una formazione di cisti e di pelle, che può anche provocare la paralisi del nervo facciale e compromettere del tutto la capacità uditiva. Siamo riusciti a risolvere la lesione e a ricostruire completamente l’orecchio attraverso una via esclusiva endoscopica. Aldilà delle tecniche endoscopiche oggi possiamo restituire l’udito anche a bambini molto piccoli, utilizzando impianti cocleari, multielettrodi che vanno a sostituire la funzionalità della chiocciola, creando una nuova possibilità di udito per il bambino. Grazie ai nuovi protocolli di screening, i bambini che hanno per un ineluttabile destino il sordomutismo fortunatamente non esistono più. E, ogni volta che ci riusciamo, è una grande emozione e un’immensa soddisfazione non solo per noi dell’équipe chirurgica, ma anche per tutto il personale, perché, e lo voglio con forza sottolineare, non è solo chirurgo a determinare un risultato così entusiasmante. Ci sono i logopedisti, che insegnano ai bambini il nuovo linguaggio, gli audiologi, gli audiometristi e tutta una schiera di addetti che agiscono dietro le quinte, senza la cui cooperazione non si potrebbe raggiungere la meta. Dietro ogni bambino che acquista l’udito, non c’è un miracolo, ma uno straordinario lavoro di squadra”.

SaluteIn

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