Intervista esclusiva di Antonello Sette a Pasquale Cozzolino, medico odontoiatra, esperto in Disordini Tempero-Mandibolari e dolore oro-facciale, Italian Board of Dental Sleep Medicine

Dottor Cozzolino, quali sono le ultime iniziative che sono state assunte per contrastare il bruxismo?

“Il primo dicembre si è tenuto a Roma un importante corso di formazione organizzato dalla VEDISE Hospital s.p.a., che è in grado di mettere a disposizione dei medici odontoiatri una serie di strumenti tecnologici di ultima generazione per tutto quanto attiene alla medicina del sonno. L’ultimo strumento acquisito in ordine di tempo è quello che consente una circostanziata diagnosi del bruxismo. È stato un primo corso, durante il quale si è parlato delle dinamiche del bruxismo in generale e dello straordinario ultimo dispositivo, il dia-BRUXO, che è lo strumento più moderno ed efficace a disposizione degli odontoiatri.

Per un approfondimento diagnostico utile alla gestione del paziente bruxista e per lo studio dei carichi muscolari nelle ventiquattr’ore e nell’ambiente naturale del paziente

Stiamo parlando di un elettromiografo di superfice, che viene collocato sul muscolo massetere, quello della masticazione principale, vicino all’orecchio. È molto piccolo, con un design esteticamente apprezzabile per essere indossato stabilmente dal paziente per tutto l’arco delle ventiquattr’ore. Il dia-BRUXO è uno dei pochissimi disponibili in Italia, in grado di registrare l’attività muscolare del paziente nel corso di un’intera giornata. È molto diverso e più evoluto di tutti i dispositivi tradizionalmente utilizzati, coerentemente etichettati da poltrona, che consentono una rivelazione per alcuni minuti o, al massimo, per qualche ora. Il bruxismo, che è una parafunzione muscolare, deve essere studiato e compreso, ininterrottamente, nell’ambito di una temporalità prestabilita e nell’habitat naturale. Solo in questo modo potremo capire e distinguere se è in atto un’attività muscolare distorta/eccessiva alia bruxismo, e distinguere se si tratta di eventi prevalentemente nel sonno (bruxismo nel sonno/ sleep bruxism SB) o durante il giorno (bruxismo diurno/awake bruxism AB) o, indistintamente, nell’arco delle ventiquattr’ore.

A quel punto possiamo modellare, a seconda del responso, l’approccio terapeutico più giusto”.

Quali sono i protocolli terapeutici che devono essere messi in atto, in ragione delle diverse manifestazioni del bruxismo?

“Voglio preliminarmente osservare che l’attenzione era sempre stata posta sul bruxismo del sonno. Per tutti, a partire dagli osservatori comuni, il bruxismo era un fenomeno associabile solo al tempo dedicato al sonno. Oggi sappiamo che esiste anche un bruxismo nella veglia. Tutti devono tener conto di questa fondamentale distinzione, non solo i pazienti, ma anche i colleghi odontoiatri, che troppo spesso trattano il bruxismo, senza avere alle spalle un’adeguata formazione.

Inoltre un altro errore associato al bruxismo è che in molti, pazienti o medici odontoiatrici che siano, associano il bruxismo al digrignamento, anche a seguito dell’etimologia della parola. In realtà, quando si parla di bruxismo, si fa riferimento ad un fenomeno muscolare complesso, che coinvolge sia il digrignamento, ossia quel tipo specifico di bruxismo dinamico o fasico rumoroso caratterizzato da una sequenza di atti muscolari ripetuti di un tempo inferiore ai due secondi, sia il serramento, che è, invece, un fenomeno tonico.

Bruxare in maniera serrata significa avere una contrazione muscolare, con contatto dentario non rumorosa della durata superiore ai due secondi, con caratteristiche profondamente differenti”.

Ci sono molti falsi miti sul Bruxismo? Un altro mito da sfatare sul bruxismo?

“Il bruxismo è un fenomeno muscolare che non richiede necessariamente il contatto dentario,

come riportato in Letteratura (Consesus attuali)

si deve introdurre un concetto di bruxismi un pluralismo, un termine ombrello che include diverse attività muscolari anche senza contatto dentario. Nel consesus internazionale del 2013 e poi confermato anche nel consesus del 2018 sul bruxismo, si sono introdotti i fenomeni di bracing (contrazione statica senza contatto dentario) e Thrusing (spostamento forzato della mandibola in avanti o laterale).

Quanto è importante una diagnosi precisa e, in qualche misura, definitiva?

Troppo spesso la diagnosi di bruxismo è rimasta approssimativa, ancorata più che altro a quanto il paziente riferiva, la terapia consolidata era il bite dentale ad uso notturno (senza distinzione tra i bruxismi) che comporta costi onerosi per il paziente, ma che non sempre si dimostra risolutivo. Noi vogliamo dire, formando e informando, che quello sin qui seguito è un metodo sbagliato e oggi bisogna puntare su un approccio integrato multistep, come per altre condizioni, un percorso diagnostico che parte dall’anamnesi segue la valutazione clinica, e si completa con l’esame strumentale in modo da valutare se realmente il paziente è affetto da bruxismo e poi correttamente specificare e distinguere con l’analisi strumentale di quale bruxismo si tratta, se del sonno o della veglia.

La polisonnografia (PSG) con elettromiografia, è un’indagine complessa che fino a qualche anno fa era considerata il gold standard per diagnosi del bruxismo.

Questo esame ha una serie di limiti, risulta costosa, indaginosa, tempi lunghi di attesa e fornisce informazioni solo sul bruxismo nel sonno, inoltre con la PSG abbiamo solo dei dati numerici degli eventi di bruxismo senza parametri sul tempo, sulla forza, potenza e quindi sulla fatica muscolare.

Le linee guida internazionali e la letteratura scientifica ci dicono all’unisono che il futuro, peraltro già delineato, altro non può essere che l’elettromiografia di superficie EMGs con l’applicazione di un dispositivo, come il dia-BRUXO, capace di registrare le alterazioni funzionali del paziente, minuto per minuto, nel raggio temporale delle ventiquattr’ore.

Ci consente di conoscere non solo il numero degli eventi ma anche altri parametri legati al tempo e al lavoro muscolare, utili per capire il reale sovraccarico muscolare parafunzionale del paziente all’apparato stomatognatico.

Il dia-BRUXO, di cui la VEDISE ha da qualche mese l’esclusiva come distributore in Italia, consegna, una volta trascorse le previste ventiquattr’ore dal suo inserimento al medico odontoiatra, un report scaricabile con estrema facilità che è possibile condividere con il paziente, che svela in modo inequivocabile il numero degli eventi distorsivi; se si è trattato di digrignamento o di serramento e se sono avvenuti duranti i periodi di sonno o di veglia. Nel primo caso dobbiamo capire se si si è trattato di un bruxismo primario, legato a uno stato di nervosismo e stress, oppure un bruxismo secondario, combinato quindi ad altre problematiche del sonno, come le apnee notturne, il reflusso o la sindrome delle gambe senza riposo; capire in questo caso se ha ancora un senso ricorrere al bite. Se il bruxismo si manifesta durante la veglia, è invece perfettamente inutile, o al massimo in casi estremi un bite ad uso diurno.

Quello che servono, in questo caso, sono le terapie di comportamento. Il paziente deve essere consapevole della scorrettezza del suo atteggiamento e deve avere, come principale obiettivo, l’autocontrollo. Per aiutarlo ci sono anche delle app per smartphone, come, bruxapp che una volta scaricate, offrono un sostegno tecnologico al paziente nel suo percorso di consapevolezza e autodisciplina”.

Avete in programma altre iniziative formative contro il bruxismo?

“Sì, il prossimo 9 febbraio 2024, dato il successo del precedente svoltosi a Roma, sarà replicato il corso dal.titolo ” Stop Bruxism: DIAGNOSI , SOLUZIONI CONCRETE E INNOVAZIONI TECNOLOGICHE”. In questa occasione sara’ prospettata una nuova visione del fenomeno  che , a detta dei discenti, li supporterà  in un approccio del bruxismo più consapevole”.

SaluteIn

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