Si chiama KOS ovvero Kinetic Oscillation Stimulation.

L’emicrania cronica è una malattia sociale invalidante e non lo dicono solo le persone che ne sono affette: lo stabilisce anche un disegno di legge il 1250 dello scorso luglio 2020 e non solo.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità,l’emicrania rappresenta la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante. In tutto il mondo infatti uomini e in prevalenza donne ne sono colpiti; nonostante l’altissimo costo sociale della gestione del paziente emicranico, i pazienti affetti da questa patologia sono praticamente “invisibili” e non ci sono terapie univoche per alleviare la terribile sensazione di oppressione che limita per giorni e senza preavviso, la vita quotidiana del paziente che molto spesso sceglie metodi o rimedi casalinghi dopo aver provato diverse terapie farmacologiche per curare uno dei mali più antichi al mondo.

Le prime tracce del “demone della testa” risalgono addirittura ai tempi degli Assiro-Babilonesi.

Oggi possiamo contare sul metodo K.O.S. ovvero Kinetic Oscillation Stimulation: si tratta di una tecnica di neuromodulazione che porta degli impulsi in questo caso oscillanti; viene applicata attraverso dei cateteri che vengono inseriti nelle narici e vanno a stimolare in senso inibitorio il ganglio sfenopalatino. Il Prof. Fabrizio Vernieri Professore Associato di Neurologia e Responsabile Cefalee e Neurosonologia presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico sta utilizzando il metodo e in questa breve intervista ci spiega come funziona KOS, una nuova tecnologia alla portata di tutti che potrebbe interrompere l’uso di farmaci.

SaluteIn

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