Oltre 10 milioni di italiani soffrono di un problema urologico serio e tre dei primi sei tumori maschili più diffusi nel nostro Paese riguardano proprio l’apparato urinario. Due destano particolare preoccupazione tra gli esperti: il tumore del testicolo e quello della vescica. Lo evidenzia la Società italiana di urologia. Sotto la lente d’ingrandimento degli specialisti c’è anche il tema della sessualità, soprattutto nell’uomo che tende a nascondersi, a rimandare i controlli e dunque a “sfuggire” agli accertamenti. Serve dunque acquisire una maggiore consapevolezza dell’importanza della figura dell’urologo per prevenire e curare patologie anche molto serie.

“Se pensiamo che dei primi sei tumori maschili, ben tre sono di tipo urologico (prostata, rene, vescica), è evidente – ha spiegato Antonio Rizzotto, presidente Siu e direttore Unità di Urologia Asl Viterbo-Ospedale Belcolle – come un problema così rilevante sia ancora misconosciuto dal grosso dell’opinione pubblica. Gli urologi – ha proseguito l’esperto – hanno riscontrato sul campo, giorno dopo giorno, che le patologie urologiche sono in aumento. Per questo come Siu siamo impegnati a far conoscere e ad informare i cittadini sull’importanza di controlli periodici fin da bambini, per evitare problemi da grandi”.

In particolare il tumore del testicolo (il più frequente tra i 25 e i 49 anni, 3.500 nuovi casi l’anno e numeri in continua crescita) è uno dei temi principali da affrontare nella prevenzione urologica. Un campo in cui vi sono comunque buone notizie: la prima è che siamo di fronte a una neoplasia che si cura nella stragrande maggioranza dei casi, salvo situazioni molto rare. La seconda è che nel ventaglio di trattamenti terapeutici c’è oggi anche la chirurgia conservativa: in casi selezionati, valutati di volta in volta dall’urologo, è infatti possibile non asportare totalmente il testicolo. È una soluzione confermata da un numero sempre più alto di dati, che fa ben sperare per il futuro.

SaluteIn

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