Intervista esclusiva di Antonello Sette a Giorgio Mulé, Vicepresidente della Camera dei Deputati.

Giorgio Mulé, lei è il primo firmatario di una legge, da poco approvata, che definisce un programma diagnostico per l’individuazione del diabete mellito di tipo 1 e della celiachia in età pediatrica. Una vera rivoluzione, che a me sembra spazzi via certe abusate convinzioni sull’inerzia della politica…

“La legge approvata istituisce uno screening pediatrico, da zero a diciassette anni, finalizzato a individuare gli anticorpi di celiachia e diabete mellito di tipo 1. È un unicum, con cui stabiliamo a tutti gli effetti un primato mondiale. L’Italia è il primo Stato in assoluto, che si dota di una legge di questo genere. È un primato di cui è giusto andare fieri, perché eviterà che patologie come il diabete mellito di tipo 1, possano diventare fatali per l’insorgere della chetoacidosi. La legge consentirà, innanzitutto, l’espletamento di indagini appropriate per una diagnosi precoce, al fine di poter tempestivamente aggredire queste patologie e controllarne adeguatamente le conseguenze. Renderà, soprattutto, la vita più facile a chi sarà costretto a fronteggiare malattie croniche, che altrimenti ne comprometterebbero un normale e sereno svolgimento. In attesa che la ricerca possa definitivamente venire a capo di patologie invalidanti soprattutto dal punto di vista psicologico, la legge, da poco approvata, metterà il Servizio sanitario nazionale in una condizione privilegiata, anche a livello economico, per poter finalmente gestire determinate situazioni non più solo nell’emergenza, ma nella normalità quotidiana.

Com’è maturata l’idea di questa legge, prima ancora che innovativa, di grande civiltà, che mette l’Italia in cima al mondo in questo campo?

“Siamo di fronte a un problema grave che cresce in modo esponenziale. Basti pensare che la celiachia viene diagnosticata a sessanta cittadini italiani al giorno e che trecentomila sono quelli affetti dal diabete mellito di tipo 1. La legge nasce, come tante altre volte è accaduto, ad esempio con i defibrillatori, anche a seguito di gravi e drammatici casi di cronaca. Ragazzi, apparentemente in buona salute, che improvvisamente vanno in coma, senza che sia stato loro preventivamente diagnosticato il diabete mellito di tipo 1. Un ragazzo è morto, un altro si è salvato e un altro ancora l’ha scampata perché si era arrivati, in extremis, a una diagnosi. La legge è nata, quindi, anche dall’osservazione della realtà che la imponeva, come un’impellente necessità”.

Il diabete mellito di tipo 1 è anche un’emergenza sociale e familiare…

“Una persona, costretta a convivere con il diabete mellito di tipo 1 già dall’età scolare, rappresenta un problema psicologico, che si allarga a livello di gestione a un’intera famiglia, alle prese giorno dopo giorno, con dosi di insulina, orari di somministrazione e sbalzi glicemici, che diventano un aggravio, spesso insostenibile, di energie fisiche ed emotive”.

Come è stata accolta la legge?

“Tutta la comunità scientifica, compresi i pediatri di famiglia e le associazioni, sorte a difesa dei diabetici e dei celiaci, hanno salutato la legge con uno straordinario entusiasmo. In molti si stanno già muovendo per replicarla non solo nel resto d’Europa, ma anche negli Stati Uniti”.

Questa legge rappresenta sicuramente un primo passo di vitale importanza che fa onore all’Italia, ma non crede che la politica debba non fermarsi qui, ma continuare a spingere per una prevenzione sempre più capillare ed efficace?

“In questo caso la politica ha fatto quello che doveva e in brevissimo tempo. Fra la presentazione della legge e la sua approvazione definitiva, sono trascorsi solo dieci mesi ed è stata votata all’unanimità sia alla Camera che al Senato. È, quindi, evidentemente uno dei casi virtuosi di buona politica. Uno di quelli che devono servire da scuola per tutti i problemi, che non hanno e non possono avere, un colore politico, quale che sia, ma solo l’obiettivo indistinto dell’interesse alla salute di tutti i cittadini”.

È una legge estensibile anche ad altre patologie e ad altri settori?

“È una legge che segue quella sui defibrillatori. Siamo pronti a replicarla ancora, tutte le volte che se ne avvertirà la necessità”.

SaluteIn

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