Intervista esclusiva di Antonello Sette a Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale

Dottor Claudio Cricelli, purtroppo ci risiamo. L’autunno non si smentisce. Si riaprono le scuole e bisogna far fronte alla prima ondata di influenza. Qualcosa, però, forse è cambiato. La vaccinazione di massa contro il Covid-19 ha lasciato dietro di sé dubbi e perplessità. I no vax qualche breccia l’hanno aperta anche fra chi si è vaccinato con convinzione ed è da sempre fedele alle indicazioni della medicina ufficiale…

“Le malattie infettive e, in particolare quelle respiratorie, sono prevedibili e banali in una maniera disarmante. Sappiano benissimo come si comportano e, dunque, che cosa faranno. Conosciamo i loro gusti e le loro preferenze. Tutto questo ci aiuta, da una parte a prevenirle e, dall’altra, a combatterle in maniera intelligente. Le vacanze sono finite. Riaprono le scuole. Si ripopolano i luoghi di lavoro. Ritorniamo al chiuso. Le malattie respiratorie accompagneranno, come sempre, l’avvento dell’autunno. A partire dall’influenza, che resta la forma più tradizionale, e da tutti i virus che all’influenza sono associati, tipici di una stagione via via più fredda e umida. All’influenza propriamente detta si è, come sappiamo, aggiunto il Covid, che persiste, anche se siamo fortunatamente lontani dall’emergenza acuta. Il numero dei contagi aumenterà sempre di più con l’approssimarsi dell’inverno, sotto la spinta degli sbalzi di temperatura e della circolazione di più virus diversi fra loro”.

Chi deve avere più paura dell’ondata influenzale in agguato?

Tutti, ma non allo stesso modo. A rischio sono, soprattutto, quelli che, se contraggono una malattia respiratoria, corrono il rischio di un aggravamento, con la conseguente concreta probabilità di un ricovero ospedaliero e, malauguratamente, nei casi estremi, di ritrovarsi a combattere per la propria sopravvivenza. A tutte queste persone noi suggeriamo di vaccinarsi sia contro l’influenza, naturalmente per tutti i virus respiratori per cui esiste questa possibilità di copertura, sia contro il Covid. I no vax non ci credono? Tutto quello che può loro succedere è che si ammalino con più facilità di quelli che il vaccino decidono di assumerlo. Se, poi, sono persone fragili e vulnerabili, essere no vax non li aiuterà a evitare le complicanze più gravi e, in certi casi funesti, letali”.

I vaccini sono già disponibili?

“Sei milioni di dosi di vaccino contro l’influenza saranno distribuiti dalle Regioni entro la prima decade di ottobre”.

E quelli contro il Covid?

“Il vaccino per il Covid, quello dell’ultima versione contro la variante BA.1.5, è già in fase di produzione avanzata da parte di Pfizer e di Moderna ed è già stato approvato negli Stati Uniti dalla FDA per chiunque abbia più di sei mesi. Sarà presto disponibile e distribuito anche in Europa, dopo naturalmente che l’European Medicines Agency l’avrà approvato”.

Proteggersi dalle malattie infettive è dunque possibile?

“Proteggersi dalle malattie infettive e dalle loro possibili complicanze si fonda su due fondamentali principi. Il primo è quello di cercare di non contrarle e, quindi, proteggersi adeguatamente contro il rischio di contagio con comportamenti adeguati. Sappiamo bene dove si propaga il contagio: sugli autobus, sui treni, nelle aule scolastiche, nei cinema, nei teatri e in tutti gli altri luoghi chiusi. L’altro strumento, che è quello principe per diminuire il rischio di contrarre il virus dell’influenza e quello del Covid, che sono due malattie diverse, ma che alla fine hanno lo stesso impatto di rischio, consiste nel vaccinarsi”.

Molte persone, come penso sappia bene anche lei, non credono più nel vaccino…

“Credere o non credere nel vaccino è di per sé una sciocchezza. Al vaccino non si crede. Il vaccino non è un’opinione, che posso condividere o non condividere. Noi sappiamo che, mettendo a confronto un gruppo di persone vaccinate con un altro di non vaccinate, soprattutto laddove siano presenti a monte specifici fattori di rischio, il vaccino ha una capacità di abbattere gli eventi gravi, dai ricoveri ospedalieri sino alla morte, chiara, evidente e definita. Le persone non vaccinate magari non muoiono, perché non sono per loro natura vulnerabili sino a quel punto, ma rischiano di contrarre la malattia in una forma grave. Non stiamo a parlare di un assioma assoluto, ma della minore probabilità di ammalarsi in una forma grave, che magari lasci dietro di sé strascichi permanenti. Ci sono persone che più delle altre non dovrebbero correre questo rischio. Sono tutte quelle che già devono fronteggiare altre patologie e altri problemi di salute e che, se contraggono il virus dell’influenza o quello del Covid, corrono il rischio concreto di trovarsi in una situazione veramente complicata e anche di morire. Sono regole di base immutabili da sempre. Dobbiamo trovare il coraggio di dirlo forte e chiaro alle persone: “Le opzioni sono tue. Se non ci credi, noi non possiamo farci nulla. Però, dobbiamo ribadire, e ribadirlo sempre almeno a chi ha voglia di ascoltare, che i dati dimostrano, senza possibilità di equivoci e ambiguità, che, se sei già malato e contrai il virus dell’influenza o del Covid, corri pericoli che vaccinandoti potresti evitare. Valuta pure in maniera autonoma quale è il rischio che vuoi correre. Se non credi nel vaccino, a fronte dei rischi che sono da mettere in conto, noi non possiamo impedirti di non vaccinarti, anche se riteniamo la tua scelta profondamente sbagliata. Il nostro dovere è di darti tutte le informazioni necessarie per farti capire. Informazione e autogestione della propria salute. Oltre questo binomio non possiamo andare”.

Quali sono le prospettive reali?

“Noi ci aspettiamo e auspichiamo una campagna di richiamo vaccinale volontaria a partire dai mesi di ottobre e novembre, che investa quante più persone sarà possibile”.

SaluteIn

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