Ricorrere alla medicina rigenerativa significa affidarsi a una serie di trattamenti di rigenerazione ovarica e rigenerazione uterina che nascono per migliorare l’attività ovarica in caso di scarsa risposta quantitativa e qualitativa ovocitaria e per migliorare e ringiovanire l’utero. Si tratta di una “tecnica anti-age”, senza effetti collaterali, capace di studiare i processi di invecchiamento di tessuti, cellule e microcircolazione e frenarli, fino anche a bloccarli. Attraverso il trattamento si assiste a un ringiovanimento delle zone sensibili, arrivando ad avere tessuti più forti e a prevenire malattie, per un organismo più sano e maggiormente pronto alla maternità.

Questo tipo di approccio è indicato in particolare per le coppie un po’ più avanti con l’età, mediante uso di fattori di accrescimento, PRP ed ozonoterapia: la medicina rigenerativa permette di evitare l’impiego di gameti esterni. Nell’uomo, la tecnica agisce in modo antiossidante, eliminando gli agenti inquinanti che inevitabilmente si depositano nell’organismo, andando a concentrarsi in particolar modo nel liquido seminale. Insomma si tratta di una depurazione che ossigena i tessuti e permette di sostenere il paziente lungo il percorso di fertilità, ma anche nella quotidianità.

Un’altra innovativa tecnica si chiama invece “social freezing” e si traduce nella possibilità di conservare precauzionalmente i propri gameti maschili e femminili così da poterli utilizzare nel momento in cui la coppia decide di avere un figlio. Affidarsi a strutture e medici di eccellenza è ovviamente fondamentale per vivere al meglio l’intero percorso.

SaluteIn

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