Diversi studi hanno già confermato come il Covid-19 sia in grado di compromettere la funzionalità audio-vestibolare, anche nei pazienti asintomatici. E al giorno d’oggi ci sono persone che soffrono di acufene da long Covid da più di tre anni. Un fastidio sottovalutato e a volte difficile da diagnosticare, con risvolti psicosomatici, che spesso non viene riferito ai propri medici, ma che alla lunga può diventare insopportabile.

In particolare una ricerca pubblicata su “Frontiers in Public Health” ha indicato, ad esempio, che il Covid-19 può accentuare i sintomi dell’acufene. Secondo questa ricerca, condotta su un campione di 3.100 persone provenienti da 48 Paesi, il 40% delle persone colpite da acufene ha notato un peggioramento dovuto al Coronavirus. Questa ricerca, principalmente incentrata sugli Stati Uniti e sul Regno Unito, si è concentrata su uomini e donne con pregressi fischi e ronzii nelle orecchie di età compresa tra 18 e 100 anni.

Lo studio sottolinea inoltre che molte persone, che hanno superato il Covid-19, continuano a notare gli effetti dell’acufene. È infatti ormai considerato uno dei sintomi neurologici associati al cosiddetto Post-Covid o Long-Covid.

Un sondaggio effettuato nel Regno Unito su 121 persone e pubblicato sull’ “International Journal of Audiology” ha rilevato come il 13% abbia riportato una variazione uditiva e/o la comparsa di acufene in seguito alla diagnosi di Covid-19.

Già nel gennaio 2021, quindi esattamente un anno dopo l’ingresso del virus Sars-Cov-2 nella nostra quotidianità, fu pubblicata una revisione sistematica di tutti i sintomi audio-vestibolari associati all’infezione. Tale pubblicazione ha esaminato circa 50 studi e case-report, tutti segnalanti casi di ipoacusia e di altre manifestazioni audiovestibolari (acufeni e vertigini) in soggetti affetti da Covid-19.

SaluteIn

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