Intervista esclusiva di Antonello Sette alla professoressa Ornella De Pità, specialista di Allergologia dell’Ospedale Cristo Re e del Poliambulatorio Apollodoro di Roma

“All’inizio del terzo millennio la percentuale delle persone allergiche oscillava in Italia fra il cinque e il dieci per cento. Ora è salita al 25-30 per cento e ci aspettiamo che fra venti, o al massimo trenta anni, diventi a tutti gli effetti allergica la metà della popolazione”.

Dati inquietanti quelli riportati dall’allergologa

Ornella De Pità, che attestano l’entità di un fenomeno in repentina e clamorosa ascesa. Le chiedo i motivi di una situazione ormai fuori controllo…

Innanzi tutto c’è da dire che il riscaldamento globale fa sì che il periodo della pollinazione duri più a lungo di quanto non durasse prima. Non bastassero i cambamenti climatici,  alcune piante aumentano la produzione di polline, là dove più crescono le emissioni di Co2.  E poi, ci sono piante, che prima non attecchivano in città, e ora, invece, sì ,sempre a causa del clima via via più caldo. Aggiungo che gli effetti patologici della pollinazione è accresciuto dalle sostanze inquinanti sospese nell’atmosfera. Il pulviscolo misto, che ne deriva, fa breccia sulle vie respiratorie, abbattendone di netto ogni difesa. E poi, a peggiorare le cose,  c’è il sessismo dilagante sulle piante”.

Sessisti anche sulle piante! Non ci posso credere …

“W, invece, ci deve credere. È proprio così. Le piante femmine non vengono piantate perché si pensa che  sporchino di più. Si preferiscono quelle di sesso maschile, che sporcheranno anche di meno, ma in compenso producono una maggiore quantità di polline, in particolare misura nei viali e nelle piazze delle città. È un quadro sempre più allarmante, che provoca patologie croniche, facendo impennare in ogni senso i costi sociali. Basti pensare che l’asma bronchiale è compreso fra le venti principali cause di disabilità”.

Gli allergeni ambientali sono sempre gli stessi?

“Purtroppo no. Prima c’erano solo graminacee e parietaria, gli allergeni classici, che in Italia abbiamo sempre avuto. Negli ultimi venti anni è andata, ad esempio, progressivamente lievitando l’allergia al cipresso, che viene sempre più utilizzato a scopo ornamentale. Il cipresso ha una fioritura anticipata e produce il polline già alla fine di gennaio e accade spesso che una seconda pollinazione si ripeta a ottobre. C’è da considerare che sino a cinquanta anni fa, a differenza di ora,  i cipressi esistevano quasi solo nelle poesie. Il suo polline è particolarmente irritante e provoca congiuntiviti molto dolorose. Un altro nuovo allergene diffusosi negli ultimi venti anni è l’ambrosia, che abbiamo malauguratamente importato dagli Stati Uniti. . Da circa 20 anni si è diffusa a partire dalla zona di Malpensa, probabilmente perché arrivata come contaminazione di alcune merci..L’ambrosia  produce il suo polline durante tutto il periodo a cavallo fra la primavera e l’estate. È un allergene emergente, che ha conseguenze importanti e anche gravi, procando pruriti fastidiosissimi  e in alcuni casi, il gonfiore della bocca, con  una conseguente difficoltà, e qualche volta, un vero e proprio impedimento, a inghiottire. Come vede, mettendo in fila i diversi allergeni, il periodo della pollinazione si è enormente allungato e oggi si protrae senza soluzione di continuitù da febbraio a metà agosto”. 

Quale è l’ultima novità nel campo sempre più largo degli allergeni?

“L’ultima frontiera, se così la vogliamo chiamare, è l’asma da temporale, che è nato in altri Paesi, ma che è da tempo arrivato anche in Italia. Il meccanismo di questo fenomeno di ultimissima generazione è semplice, quanto sorprendente. La causa scatenante sono infatti i temporali improvvisi, che stacccano le particelle dei pollini e le legano, quasi a farne un groviglio. È come se ne amplificassero le dimensioni ,il numero e l’effetto nocivo. Il  paziente allergico, che è colto da un temporale durante i periodi pollinazione, inala i frammenti allergizzanti, che si formano, come se fosse una sorta di aerosol, e può manifestare una crisi  di asma allergico, che potrebbe essere anche grave. La richiesta di intervento agli specialisti di allergologia per possibili allergie è  sempre più frequente,  perchè gli allergeni, dobbiamo dirlo, sono, ogni anno che passa, più numerosi , più aggressivi e più pericolosi”.

SaluteIn

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