Un recente studio condotto dall’Università di Pisa, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore, l’Istituto di Neuroscienze del CNR, la Fondazione Stella Maris e l’Università di Milano, ha evidenziato un legame significativo tra il microbiota intestinale e la plasticità cerebrale. Pubblicata sulla rivista “Cell Reports”, la ricerca ha dimostrato che segnali provenienti dai batteri intestinali possono influenzare la capacità del cervello di adattarsi e modificarsi in risposta agli stimoli ambientali, anche in età adulta.
La plasticità cerebrale, ovvero la capacità del cervello di cambiare in risposta a esperienze e stimoli, è fondamentale per l’apprendimento e la memoria. Tradizionalmente, si riteneva che questa capacità fosse limitata all’infanzia e diminuisse con l’età. Tuttavia, lo studio ha rivelato che il microbiota intestinale può modulare questa plasticità anche nel cervello adulto. Utilizzando modelli murini, i ricercatori hanno osservato che l’assenza di microbiota intestinale impediva la riattivazione della plasticità neuronale nella corteccia visiva. Al contrario, il trasferimento del microbiota da topi esposti a un ambiente arricchito a topi standard ha indotto un aumento della plasticità neuronale nei riceventi.
Questi risultati suggeriscono che il microbiota intestinale non solo svolge un ruolo nel mantenimento della salute generale, ma è anche coinvolto direttamente nella modulazione delle funzioni cerebrali. La scoperta apre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie mirate a migliorare la plasticità cerebrale attraverso la modulazione del microbiota intestinale, con potenziali applicazioni nel trattamento di disturbi neurologici e neuropsichiatrici. Lo studio rappresenta un passo avanti nella comprensione dell’asse intestino-cervello e sottolinea l’importanza di considerare l’organismo umano come un sistema integrato, in cui la salute intestinale può influenzare direttamente le funzioni cerebrali.