I cibi spazzatura, i cosiddetti “junk food”, ricchi di sale, zucchero, grassi e conservanti sono associati alle malattie infiammatorie intestinali. A confermare questa correlazione sono i risultati di un’analisi del National Health Interview Survey. Come sottolineato dai ricercatori le due condizioni più comuni dell’Ibd sono la colite ulcerosa e la malattia di Crohn.
A livello di sintomi i più comuni sarebbero diarrea persistente, dolore addominale, sanguinamento rettale o feci sanguinolente, perdita di peso e affaticamento. Nel loro studio i ricercatori hanno osservato che le patatine fritte erano consumate da un numero maggiore di persone con Ibd. L’assunzione di cibi fritti, di bevande per sportivi ed energetiche e il consumo più frequente di soda, sono associati in modo significativo a una maggiore probabilità di aver avuto una diagnosi di Ibd, mentre consumare popcorn e latte era associato a una minore probabilità.
Per gli esperti comprendere il ruolo dell’assunzione di cibo nel rischio e nella prevalenza di Ibd è importante per esaminare altri fattori ambientali, la lavorazione dei cibi (per esempio la frittura) e i potenziali componenti alimentari bioattivi che possono indurre infiammazione intestinale che può aumentare la suscettibilità dell’individuo all’Ibd.