Intervista esclusiva di Antonello Sette a Gennaro Broya de Lucia, presidente della PMI Sanità

Presidente Broya, le aziende medicali sono di nuovo in piazza per alzare la voce contro la rapina del payback. Il Governo, presieduto da Giorgia Meloni, continua a fare orecchie da mercante?

“Il Governo finge di non capire. Noi siamo sconvolti dalla miopia di questo gruppo dirigenziale, da noi equiparato a cittadini temporaneamente al governo della nazione, che insiste a voler distogliere risorse critiche per il lavoro e la salute degli italiani, in nome e per conto di giochi elettorali. Stiamo parlando di cinque miliardi di euro, che rappresentano lo 0,3 per cento del bilancio di spesa del 2023 per la sanità di una nazione come l’Italia, che ha raggiunto la cifra complessiva di 1086 miliardi di euro. Incurante di questi numeri, in un senso e nell’altro eclatanti, il Governo ha la faccia tosta di rispondere alla nostra protesta, piangendo miseria e ripetendo ossessivamente la litania che i soldi non ci sono. Quelli che dovremmo restituire sono soldi, lo ripetiamo per l’ennesima volta, già spesi, nel pieno rispetto di quanto previsto dell’articolo 32 della Costituzione italiana. La salute è prioritaria per tutti i cittadini. I debiti non sono nostri. Stiamo parlando di una norma folle, che sia legittima o meno ce lo diranno la Corte Costituzionale e il Tar, che sposta debiti accumulati dalla pubblica amministrazione su privati cittadini. Noi non siamo venuti qui in piazza con l’anello al naso a raccontare frottole”.

Alle orecchie da mercante del Governo si aggiunge la totale omertà a tutti i livelli: media, opinionisti e maitre a penser… “C’è un omertà terrificante. Già il payback è un inglesismo, che nasconde al suo interno una vera e propria estorsione e lo stupro delle nostre libertà. Gli inglesismi si usano, quando non si vuole far capire la vera natura di un provvedimento, che in soldoni vorrebbe scaricare debiti pubblici su privati cittadini incolpevoli. Le aziende medicali impiegano più di centomila persone, che rimarranno senza lavoro. Gli imprenditori del settore, dal canto loro, perderanno tutto: casa, patrimonio, lavoro e possibilità di sostentamento. Tutto questo è, però. solo il primo anello della catena, il primo tassello di un domino perverso. La crisi delle aziende fornitrici provocherà inevitabilmente il blocco del sistema sanitario nazionale. È facile purtroppo prevedere che inev le cure, comprese quelle salvavita, cominceranno a scarseggiare e che alcuni italiani, per la mancanza di dispositivi medici, a partire dagli indispensabili pezzi di ricambio del corpo umano, pagheranno con la vita un indecente scaricabarile.  È inaccettabile”.

SaluteIn

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