Sono milioni gli italiani che soffrono di rinite in Italia. Un numero che, secondo gli ultimi dati, continua costantemente ad aumentare e arriva oggi al 10-15%. La stagione peggiore naturalmente è la primavera, soprattutto per le riniti allergiche: prurito al naso, starnuti, naso che cola, difficoltà a respirare i sintomi principali. Tuttavia, non è solo l’allergia a provocare questa sintomatologia: esistono anche le riniti non allergiche (NAR) che a loro volta si dividono in altre sottocategorie, e ne soffrono persone che possono risultare negative ai test allergologici.

La rinite non allergica o vasomotoria è una particolare forma di rinite, le cui cause non sono ancora del tutto note. Nonostante si manifesti con i medesimi sintomi della “comune” rinite allergica, si tratta di una rinopatia cronica determinata da uno squilibrio del controllo del sistema neurovegetativo parasimpatico; si assiste infatti da un maggior rilascio in circolo di un mediatore chiamato Acetilcolina, che determina vasodilatazione e ipersecrezione delle ghiandole e quindi a livello nasale è responsabile del naso chiuso e della rinorrea. Le cause che generano questa condizione variano e spesso sono determinate da agenti inquinanti, ambientali o professionali (polvere, smog, fumo passivo); cambiamenti climatici, infezioni virali; alterazioni ormonali o assunzione di alcuni farmaci.

NARNE, NARMA, NARES e NARESMA sono 4 diverse forme di rinite cronica di natura non allergica che possono essere diagnosticate grazie all’esame citologico. I dati di incidenza variano fra percentuali del 14-23% della popolazione delle nazioni industrializzate (tra i 19 e 20 milioni di pazienti negli Stati Uniti e circa 50 milioni di pazienti in Europa).

Il reale impatto economico di tale patologia è estremamente sottostimato.

Questa condizione può rendere la respirazione difficile e spesso è refrattaria ai trattamenti medici convenzionali. Se non adeguatamente trattata, nel tempo è in grado di ridurre le capacità lavorative e di concentrazione e può compromettere la qualità del sonno, che a sua volta porta ad un aumento dell’affaticamento diurno con sovraccarico cardio-respiratorio e metabolico.

K.O.S. (Kinetic Oscillating Stimulation) un trattamento non chirurgico

Il trattamento K.O.S. è stato messo a punto presso l’Ospedale Universitario Karolinska di Stoccolma (Svezia) e consiste in una stimolazione endonasale determinata dall’oscillazione cinetica (KOS). Il metodo KOS stimola la mucosa nasale ed il sistema nervoso autonomo locale, ovvero il fattore ultrastrutturale predisponente ed in grado di mantenere l’infiammazione neurogena responsabile dei sintomi nasali del raffreddore cronico o recidivante.

KOS è una terapia mini invasiva ben tollerata e indolore (patient friendly), non necessita medicazioni o particolari accortezze ed è privo di effetti collaterali anche a lungo termine.

Gli studi medici che hanno adottato il metodo KOS per i loro pazienti riferiscono in generale che:

  • nell’80% dei casi i pazienti non hanno più utilizzato spray, decongestionanti, steroidei nasali.
  • i pazienti hanno risolto la difficoltà respiratori per un lungo periodo (oltre 6 mesi) i problemi di gocciolamento, il naso chiuso, mal di testa
  • dopo una seconda sessione i risultati sono ancora più eccezionali e il beneficio permane per 12 mesi circa

Aggiungere KOS nella propria pratica clinica è piuttosto facile; il macchinario occupa poco spazio ed essendo privo di controindicazioni per i pazienti non implica nuove misure di sicurezza.

Sul sito www.vedisekos.it i pazienti possono trovare i centri che erogano il trattamento; i medici interessati potranno altrettanto facilmente contattare gli specialisti di prodotto per ricevere gli studi scientifici.

SaluteIn

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