Intervista esclusiva di Antonello Sette al professor Giulio Pompilio, Direttore scientifico del Centro cardiologico Monzino di Milano

Il Centro cardiologico Monzino è stato il primo ospedale aperto in Europa interamente ed esclusivamente dedicato alle malattie cardiovascolari. Una struttura all’avanguardia e anche un punto di osservazione privilegiata per valutare l’entità, il trend e le problematiche di una patologia, che rappresenta tuttora la principale causa di morte in Italia. A dirigere il Monzino è il professor Giulio Pompilio, a cui chiedo, innanzi tutto, quante persone arrivano ogni giorno al pronto soccorso del Centro…

“Nel 2022 gli ingressi al pronto soccorso del Monzino sono stati in media 34 al giorno”.

Quello che vorrei, in particolare, sapere è se le morti improvvise sono in aumento, come sostengono i no-vax, che le etichettano, come effetti indesiderati dei vaccini anti Covid…

“Il campo delle morti improvvise travalica quello direttamente collegato alla patologie cardiovascolari, ma, in ogni caso, non ci risulta nella maniera più assoluta nulla di tutto questo”.

Molte delle morti imputabili a eventi cardiovascolari potrebbero sicuramente essere evitate, se la prevenzione fosse capillare ed efficace…

“La prevenzione cardiovascolare si divide in primordiale, primaria e secondaria. La prima riguarda nello specifico i bambini in età scolare. La primaria è la prevenzione sulla popolazione in generale. La secondaria è la prevenzione, che noi facciamo sui pazienti, che già hanno subito un episodio cardiovascolare. La prevenzione secondaria esiste e viene praticata, anche se non in modo omogeneo, ma a macchia di leopardo, a seconda delle Regioni, degli ospedali e delle comunità. Fra le persone, che hanno alle spalle un incidente cardiovascolare, è sicuramente aumentata la consapevolezza dell’importanza della prevenzione, per diminuire le probabilità dell’insorgenza di un secondo evento. Fra tutte le forme di prevenzione è questa, senza ombra di dubbio, la più avanzata in Italia. C’è molto da lavorare, invece sulla prevenzione primaria e, ancor di più, su quella primordiale. Da questi due punti di vista, siamo indietro anche rispetto a quanto sta parallelamente avvenendo a livello oncologico, dove la sensibilità in materia di prevenzione è sicuramente maggiore”.

Immagino che sia lettera morta la prevenzione, che riguarda i bambini…

“È purtroppo come lei dice. Di prevenzione primaria se ne fa poca. Quella primordiale è praticamente inesistente”.

Che cosa si dovrebbe fare, a livello di prevenzione, per i bambini?

“Bisognerebbe abituare le famiglie a un’alimentazione sana, che parta proprio dai bambini. Come sa, in tutto il mondo è aumentata l’incidenza del diabete sui bambini. È un dato che fa riflettere sull’inadeguatezza dei regimi alimentari adottati. La verità è che, quando si ingenerano cattive abitudini in età scolare, è molto difficile correggerle ed eliminarle da adulti.Sarebbe importantissimo che i bambini fossero alimentati correttamente sin da subito e che, parallelamente, fossero avviati a un’attività fisica. Sono questi i due capisaldi della prevenzione primordiale e dovrebbero essere insegnati nelle scuole, ma purtroppo non avviene e neppure se ne parla, come ipotesi per il futuro”.

Che cosa fa il Monzino per la prevenzione?

“Al Monzino abbiamo messo in atto un’attività di prevenzione vasta e accurata, non solo a livello secondario, ma anche sulla popolazione in generale. Abbiamo aperto una Lipid clinic, che non è destinata solo alle persone con colesterolo alto e, quindi, in qualche modo predisposte agli eventi cardiovascolari. Siamo molto attivi sulla prevenzione primaria e su quella secondaria, convinti, come siamo, della loro importanza vitale”. 

La cura farmacologica delle malattie cardiovascolari ha registrato progressi significativi?

“Negli ultimi quaranta anni i farmaci sono stati la chiave di volta delle nostre capacità e possibilità di cura. Sono stati introdotti farmaci molto utili. È un processo che non si è mai fermato ed è ancora in corso. Quello che sta accadendo è che, accanto ai farmaci di sintesi chimica, alcuni dei quali, peraltro, molto importanti anche di recente introduzione, come, ad esempio, per lo scompenso cardiaco, ci troviamo di fronte a una vera e propria ondata di farmaci biologici. È una nuova frontiera, in continua, rapida e promettente evoluzione”.

SaluteIn

Condividi su:

Iscriviti alla Newsletter

    Sei un Medico? SiNo