Intervista esclusiva di Antonello Sette al vicepresidente dell’Ordine dei Medici Stefano De Lillo

“Il centro storico di Roma, in particolare quello delimitato dalla zona ZTL, è grande come la città di Firenze. Denuncio la situazione fuori controllo dei pronto soccorso gravitanti in quella vastissima area. È stato chiuso il centralissimo e storico Ospedale San Giacomo, nonostante avesse da poco tempo ristrutturato proprio i reparti di emergenza e rianimazione, e ridotto a un presidio ambulatoriale il Regina Margherita di Trastevere. Come pronto soccorso disponibili, rimangono attivi solo il Fatebenefratelli e il Santo Spirito. È un’emergenza nell’emergenza della precarietà più generale dei pronto soccorso cittadini, dove i tempi di attesa sono quasi sempre inaccettabili, nonostante gli sforzi straordinari ed encomiabili degli operatori sanitari. Una gravissima emergenza, che non colpisce una città qualsiasi, ma la capitale d’Italia, che ospita ministeri, palazzi della politica, centinaia di ambasciate, milioni di turisti, manifestazioni quotidiane di ogni genere, eventi sportivi, che, come il Sei Nazioni di rugby, hanno a Roma la loro sede unica, sei università, dove si formano medici, pur in assenza di posti letto e uno Stato estero, che è il cuore pulsante del cattolicesimo con i suoi 1,3 miliardi di fedeli sparsi per il mondo”.

Il vicepresidente dell’Ordine dei Medici Stefano De Lillo denuncia lo stato di abbandono e il silenzio complice, che hanno fatto della sanità romana, e dei suoi pronto soccorso in particolare, uno scandalo, che non è l’emergenza di un giorno, ma consolidata, quotidiana e ordinaria follia…

“Oltretutto siamo alla vigilia dell’Anno Santo del 2025, che vedrà moltiplicarsi in modo esplosivo il numero dei pellegrini, che già affollano normalmente il centro di Roma. Senza dimenticare l’Expo del 2030, che tutti ci auguriamo venga assegnato a Roma. Ed è un mistero inglorioso come alla città venga riconosciuta una specificità nazionale, come Roma capitale, in tanti settori, dall’urbanistica all’ambiente e alla mobilità, con l’unica eccezione della sanità. Sulla sanità a Roma non solo non si fa niente, ma neppure se ne parla più. Un silenzio spettrale la avvolge e rimuove in partenza ogni discorso. Roma è, o almeno ambisce a essere, la capitale per eccellenza, di tutto e in tutto, meno che della sanità”.

Niente pronto soccorso in grado di far fronte alle invasioni oceaniche che tutti prevedono, niente fondi straordinari dedicati alla sanità romana, niente di niente…

“Pensi ai milioni di pellegrini, che arriveranno e a quanti di loro chiameranno un’autombulanza e affolleranno i pronto soccorso, chi per una banale caduta, chi per un infarto. In assenza di uno specifico fondo, a pagare saranno, e n tutti i sensi, solo e sempre i cittadini romani. Se lei va a vedere la composizione del Fondo Sanitario Nazionale, scoprirà che, oltre a quelle dedicate alle Regioni, ci sono molte altre voci di spesa, ma non troverà neppure una casellina dedicata a Roma capitale. Oltretutto, non c’è limite di utenza. Tutti si possono accomodare e usufruire di strutture, per quanto insufficienti e spesso obsolete possano essere. Se viene a Roma Bill Gates, ovvero l’uomo più ricco del mondo e gli prende un malaugurato accidente, va a al Santo Spirito o in qualsiasi altro ospedale e sarà curato, senza sborsare neppure un euro, a spese dei romani. La carenza dei pronto soccorso nel centro di Roma è drammatica e va colmata, senza  perdere altro tempo Non si può più attendere. Si faccia subito qualcosa. Così non va. Così non può continuare”.

SaluteIn

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