Nel 2022 le persone in condizioni di povertà assoluta sono 5 milioni 571 mila persone (9,4% della popolazione residente) e circa il 7% di queste (pari a 390 mila individui) si è trovato in condizioni di povertà sanitaria.  Nonostante l’impronta universalistica del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), parte consistente della spesa farmaceutica resta a carico dei cittadini. In particolare, nel 2021 il 43,5% della spesa farmaceutica, ovvero 3,87 miliardi di euro, è stata pagata dalle famiglie con profonde differenze tra le possibilità di quelle povere e quelle non povere.

Per la salute una persona indigente ha a disposizione appena 9,9 euro al mese, mentre una persona non povera ha a disposizione sei volte tanto, circa 70 euro mensili. Limitandoci al budget per l’acquisto di farmaci, i poveri hanno a disposizione soltanto 5,85 euro, mentre i non poveri 26 euro. Sono i dati emersi dal 10° Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e ABOCA da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico).

In particolare il 60% della spesa sanitaria dei poveri è destinata alla spesa per farmaci a fronte dell’equivalente 38% delle famiglie non povere. Questo perché il SSN non offre alcuna copertura per i farmaci “da banco”, non avendo introdotto distinzioni tra chi è sotto la soglia di povertà e chi è al di sopra. Le difficoltà economiche lambiscono anche le famiglie non povere: nel 2021 hanno cercato di ridurre le spese sanitarie (rinunciando o rinviando a visite mediche/accertamenti periodici) complessivamente oltre 4 milioni 768 mila famiglie (10 milioni 899 mila persone), di cui quasi 639 mila (1 milione 884 mila persone) in povertà assoluta. La rinuncia alle cure è stata praticata da 27 famiglie povere su 100 a fronte di 13 famiglie non povere su 100, per un totale di 15 famiglie su 100.

La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere. Purtroppo le condizioni di chi vive in Italia non sono destinate, nell’immediato futuro, a migliorare; questo, a causa di alcuni effetti persistenti della crisi economica derivata dalla pandemia e della grave situazione internazionale. Speriamo che i dati del nostro Rapporto siano letti con attenzione dalle istituzioni e che rappresentino per esse uno strumento per comprendere più a fondo i bisogni di chi è in difficoltà” ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Onlus.

SaluteIn

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