L’antibiotico resistenza “è un fenomeno globale, ma in Italia è influenzato da due fattori negativi in particolare: siamo forti consumatori di antibiotici e usiamo troppo antibiotici che possiamo definire peggiori in termini di insorgenza della resistenza”. Nello specifico, prendiamo troppi “antibiotici di ultima scelta, che da noi vengono invece spesso utilizzati come prima scelta”. Lo sottolinea Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

Magrini ha illustrato le nuove raccomandazioni dell’Aifa perché, secondo gli esperti, gli antibiotici si utilizzano in tutto il mondo in modo non adeguato e potrebbero produrre forme resistenti, dei “super batteri” molto pericolosi, che già oggi sono causa di numerosi decessi e che nel 2050 potrebbero rappresentare la prima causa di morte.

“Nella battaglia all’antibiotico-resistenza – ha aggiunto Magrini – rimane importante produrre dati e sensibilizzare agli stessi. L’Aifa ha storia ventennale in questo ambito, con pubblicazioni di Rapporti noti e molto ben consultati. Occorre poi pensare a strumenti di sensibilizzazione: oggi anche i ricercatori non trovano strano occuparsi di filmini e pupazzetti per spiegare meglio queste cose a tutti”.

Per il direttore generale dell’Aifa servono “raccomandazioni basate sulle migliori evidenze, che si occupino anche di falsi miti”, tra i quali Magrini ha citato “il falso mito che la terapia antibiotica non possa essere interrotta, se le condizioni lo consentono”. Infine “pensare alla complessità e agli investimenti per l’implementazione in questo ambito”.

SaluteIn

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